mercoledì 9 maggio 2012

In uscita in libreria "Scienziati, dunque credenti", il nuovo lavoro di Francesco Agnoli


Francesco Agnoli, “Scienziati, dunque credenti”, Cantagalli, Siena, 2012 (pagine 185, con inserto fotografico a colori, euro 14)
In uscita a maggio

C’è compatibilità tra scienza sperimentale e fede in un Dio creatore? Tra scienza e Chiesa; tra scienza e miracoli? Può un uomo di oggi continuare a credere in Cristo, senza essere ed apparire ridicolo e fuori del tempo?
Se ne dibatte spesso, per lo più in termini filosofici. Lo si fa anche in questo libro, discutendo sui Dio,
l’anima, i miracoli, la Chiesa… Ma soprattutto si interrogheranno gli scienziati, i grandi fisici, astronomi, matematici… e si scoprirà che tutti i padri della scienza moderna hanno creduto in Dio. Si scopriranno le preghiere di Keplero e di Pascal; gli interessi per la Bibbia di Newton; la fede genuina di Pasteur… Si apprenderà che un monaco, padre Benedetto Castelli, ha fondato l’idraulica ed ha inventato il primo pluviometro; che un , padre Andrea Bina, ha inventato il primo sismografo moderno; che Niccolò Copernico era un religioso cattolico; che il primo teorizzatore del Big bang e dell’espansione delle galassie è stato il sacerdote belga Georges Edouard Lemaître; si apprenderà che il padre dell’aeronautica, Francesco Lana de Terzi, è un padre gesuita, come il “principe dei biologi”, Lazzaro Spallanzani e come un pioniere dell’astrofisica, Angelo Secchi; che il padre della geologia e della cristallografia, Niels Stensen, si fece sacerdote e poi divenne vescovo, e che il fondatore della genetica fu il monaco Gregor Mendel…
Si apprenderà che i matematici Gauss ed Eluero leggevano tutte le sere il Vangelo, che i matematici A. L. Cauchy, Ennio De Giorgi e Maria Gaetana Agnesi si dedicavano, oltre che alla matematica, all’assistenza ai poveri secondo lo spirito cristiano…
Forse qualcuno leggerà per la prima volta che le uniche grandi persecuzioni contro scienziati sono avvenute durante la laicissima rivoluzione francese (a danno di scienziati particolarmente devoti, come Luigi Galvani e Paolo Ruffini), e, soprattutto, nell’URSS ateo e comunista, dove chi proponeva teorie scientifiche vere, ma non ortodosse rispetto al marxismo, ha perso il posto e, non di rado, la vita.