mercoledì 18 luglio 2012

Due Pontefici per l'Anno della fede. Pubblicazioni di padre Sapienza su Paolo VI e Giovanni Paolo II (Gori)

Leonardo Sapienza, "Paolo VI. L'anno della fede" Vivere in 2012


Leonardo Sapienza, "La sinfonia della fede", Libreria Editrice Vaticana 2012

Due Pontefici per l'Anno della fede 

Pubblicazioni di padre Sapienza su Paolo VI e Giovanni Paolo II

di Nicola Gori

L'apertura dell'Anno della fede si sta approssimando e si moltiplicano le iniziative per aiutare i fedeli a vivere l'importante appuntamento ecclesiale indetto da Benedetto XVI.
Per meglio vivere questo tempo dedicato alla riflessione, alla riscoperta e all'approfondimento della virtù teologale, padre Leonardo Sapienza, addetto al protocollo della Prefettura della Casa Pontificia, propone due interessanti volumi.
Il primo raccoglie le catechesi di Paolo VI per l'Anno della fede da lui indetto con l'esortazione apostolica Petrum et Paulum Apostolos del 22 febbraio 1967 e alcuni manoscritti inediti, che dimostrano come il tema della fede sia stato fondamentale nel magistero di Papa Montini. Il secondo è una raccolta di 365 pensieri di Giovanni Paolo II, il Pontefice della Fides et ratio, che tenne anche un ciclo di catechesi sulla fede durante le udienze generali del mercoledì. Iniziate dal 13 marzo 1985 si protrassero per un anno intero. Il loro nucleo fondamentale è stato proprio il rapporto tra fede e secolarizzazione.
Nel volume dal titolo Paolo VI L'Anno della fede, (Monopoli, Edizioni Viverein, 2012, pagine 236, euro 17,50), padre Sapienza sottolinea come Papa Montini indisse quell'Anno -- era il XIX centenario del martirio dei santi Pietro e Paolo -- con due obiettivi: onorare i due apostoli che hanno trasmesso la fede e rafforzare l'adesione alla comune vocazione cristiana. 
Nell'introduzione, padre Sapienza ricorda le grandi iniziative che caratterizzarono il 1967 per il risveglio della fede, a cominciare dalla prima Assemblea del Sinodo dei vescovi, all'incontro a Roma con il Patriarca ecumenico Athenagoras i, all'indizione della Giornata della pace, al pellegrinaggio a Fátima, al viaggio in Turchia, alla visita pastorale alla diocesi di Roma. Senza dimenticare che al termine dell'Anno della fede Paolo VI pronuncia il Credo del popolo di Dio, una professione di fede che riafferma il Credo millenario della Chiesa. Il Papa non riprova e non condanna, direttamente, alcun errore, alcuna deviazione. Egli afferma, insegna, ribadisce il valore e il significato del Credo della Chiesa, quale fu definito nella sua sostanza dai padri di Nicea. Parlando ai fedeli, Paolo VI afferma che il «Credo del popolo di Dio non è, né vuol essere un punto di arrivo, ma di partenza». Il punto fondamentale che Paolo VI vuole evidenziare con il Credo del popolo di Dio è che «si tratta di comprendere che nella religione cristiana vi sono verità perenni, immutabili che i tempi devono penetrare ed esprimere nell'idioma che a ognuno di essi è proprio, rispettando il contenuto che a tutti appartiene».
L'altra iniziativa editoriale di padre Sapienza riguarda la raccolta dei pensieri sulla fede tratti dal magistero di Papa Wojtyła. 
Una pubblicazione dal titolo Giovanni Paolo II. La sinfonia della fede, 365 pensieri per l'Anno della fede(Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2012, pagine 346, euro 16). Contribuisce alla riflessione sulla natura, sul valore e sulla trasmissione di questa virtù teologale e sul suo rapporto con la cultura, la scienza, il mondo. Padre Sapienza ha scelto come compagno di viaggio in questo cammino alla riscoperta della fede proprio Giovanni Paolo II, il quale -- come ha riconosciuto l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, nella prefazione al volume -- prima ancora di essere un maestro è stato un testimone. «La sua fede in Gesù Cristo -- scrive il presule -- traspariva dalle sue parole e dai suoi gesti e permetteva a tutti, credenti e non, di cogliere un fondamento comune a cui far riferimento al di là delle differenze. È sufficiente far riferimento alla sua enciclica Fides et ratio per toccare con mano la sua convinzione e il suo desiderio perché la fede fosse insostituibile compagna di vita per il nostro mondo contemporaneo spesso confuso, indeciso e debole».
Nel quotidiano scorrere della vita, la fede è come una lampada che non solo illumina il cammino del cristiano, ma è anche il fuoco che alimenta l'amore verso una Persona: Cristo Gesù. Per questo, essa «non può essere solo un freddo calcolo dell'intelletto» ammoniva Papa Wojtyła, ma deve essere «vivificata dall'amore». La fede, infatti, si manifesta per mezzo delle opere e rende gli uomini capaci di testimoniare l'amore di Dio per l'umanità. Prima ancora di addentrarsi nella riflessione su questa virtù teologale, padre Sapienza propone un capitolo dedicato alla sua definizione. Che cosa è la fede? La risposta è immediata: «È il contrario dell'incredulità, in quanto si contrappone a chi tenta di scartare la pietra angolare che è Cristo». Non solo, ma è «l'inizio della vita nuova», è «il tesoro del cuore umano», è «il grande dono divino che Gesù Cristo ha fatto alla sua Chiesa», è ricerca, è «opera della grazia», è «la lampada che ci dà la forza di accettare le vicende della vita, anche dolorose e contrastanti». Una serie di definizioni che non esauriscono la spiegazione di cosa sia questo mistero che Dio offre a ogni uomo sulla terra. Ma almeno rendono un'idea del fondamento della vita cristiana.

(©L'Osservatore Romano 18 luglio 2012)



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